Eccomi di nuovo in trasferta, stavolta per raggiungere Mattia a Guangzhou per il weekend. Quel che mi è accaduto stavolta mi ha fatto venire in mente che non ho mai parlato del mio problema con gli aerei. La vicenda parte da una sorta di assioma assoluto che, chi mi conosce bene, sa: io non ho un rapporti con gli aeroporti. Non è che non ho un buon rapporto, è che da quando abito in Cina io non ho proprio alcun tipo di correlazione con loro. Non mi credete? Vi porto un paio di esempi per essere più esplicativa.
1)Due anni fa ho perso l’aereo dall’interno dell’aeroporto. Ero appena atterrata a Roma dopo un lunghissimo volo da Shanghai e cinque ore dopo dovevo imbarcarmi per la mia bella Catania. Ho acceso il computer durante l’attesa e, tra il lavoro, Facebook e Skype… ho dimenticato di fare il check in per il volo nazionale. Mi piacerebbe raccontarvi della reazione di mia madre ma credo che tutti gli #*!?!## non renderebbero abbastanza.
2) Poi c’è stata quella volta della valigia, stavolta dopo uno Shanghai-Milano e i miei 35 minuti di attesa davanti al rullo trasportatore nella speranza di vedere comparire il mio bagaglio grigio. “Ma la business non spedisce le valigie per prima? Come hanno fatto a perdermi il bagaglio dopo che da anni volo solo con loro?” Milioni di domande hanno affollato il mio cervello fino a che nella mia mente non si è fatta strada un’illuminante e ferma verità: la mia valigia non è grigia… è marrone!
3) Dopo c’è stata la volta in cui dovevo rientrare a Shanghai e non mi ero resa conto che il terminal dei voli internazionali di Roma fosse diverso rispetto a quello in cui ero atterrata che, ovviamente, era domestico. Il pensiero di perdere l’aereo ha immediatamente proiettato davanti a me l’immagine di mia madre. Il risultato? Nonostante non rischiassi più di tanto di perdere il volo, ho cominciato a correre con il carrello per l’aeroporto alla velocità di una Ferrari. Il risultato? Mi sono accorta troppo tardi di una curva e di una vecchina con le stampelle…
4) Chiaramente c’è stata anche la volta del doppio biglietto aereo (quella però, ve lo giuro, non è stata colpa mia). Ho prenotato il biglietto e mentre finivo la procedura di prenotazione mi sono ritrovata senza la connessione Internet. Quando, finalmente, la rete è tornata, non avendo ricevuto alcuna email di conferma, ho rifatto il biglietto da zero, con il risultato che, dopo un pò, la banca ha chiamato mio padre “scusi ma perchè avete fatto due biglietti aerei con lo stesso nome per lo stesso volo?”
E potrei continuare a raccontarvene almeno un’altra decina, da quando mi hanno bloccato 20 minuti al controllo perchè mi hanno trovato con un po’ di salumi e formaggi (loro non hanno mai saputo che erano più di 20 chili) a quando ho scelto di fare 23 ore di sosta a Doha per vedere la città e ho indossato i pantaloncini per partire con il risultato che non mi hanno dato il visto per uscire dall’aeroporto e ho passato 23 ore nella lounge della Qatar Airways con gli stewart che ormai mi salutavano e mi chiamavano per nome. Però oggi focalizzerei l’attenzione sul mio volo Guangzhou- Shanghai. Saluto Mattia agli imbarchi e mi avvicino agli schermi per capire a che ora sia il mio check in. Del mio volo nessuna traccia. Prendo il carrello e vado al desk di Ctrip (il portale dei viaggi più usato in Cina). Mi avvicino alla signorina e le chiedo che fine abbia fatto il mio volo e se, come al solito per tutti i viaggi interni, sia in notevole ritardo. La signorina prende il mio passaporto, controlla nel computer, mi restituisce il documento e mi dice “il suo volo è in perfetto orario signorina Schillirò. C’è solo un problema. La data di partenza era ieri, non oggi”. L’addetta di Ctrip, comunque, si dimostra estremamente gentile (o forse caritatevole), mi da un foglio e mi dice di andare al banco della compagnia aerea per cambiare il biglietto pagando solo una piccola penale. La ringrazio e mi presento allo sportello da lei indicatomi. L’addetta della compagnia aerea prende il foglio, il mio documento e poi mi chiede i soldi della penale. Apro il portafogli ed estraggo la carta di credito. La signorina mi guarda mortificata “Mi spiace, non accettiamo carte internazionali, però in fondo sulla destra c’è un ATM, può provare a prelevare da là. Accettano Unionpay, Mastercard e Visa”. Io la guarda stranita e poi riguardo la mia carta di credito. Io ho un American Express, che cosa devo farmene di un ATM che accetta solo altro tipo di carte? Dopo avere girovagato per l’aeroporto alla ricerca di un altro sportello automatico mi arrendo. Fortunatamente ricordo che ho ancora dei soldi sulla carta cinese. Così riesco a prelevare una parte della cifra che mi serve, il resto, fortunatamente, ce l’ho in contanti. E ora? Ho solo 20 rmb in tasca (circa 2 euro e 50), non posso prelevare, i ristoranti di questo aeroporto non accettanno AE e io sto morendo di fame. Fortunatamente dopo avere vagato per un’altra mezz’ora da lontano vedo un logo verde con il simbolo della medusa. Starbucks. Sono salva.
N.B. Per inciso, questo posto lo sto scrivendo sulla busta di Starbucks dall’aeroporto. Ho dimenticato di mettere sotto carica il computer prima di partire…
Ambra sei fenomenale..sto ancora ridendo!! salutami tutti i ragazzi!!!
Matteo (Matteo..quel ragazzotto conosciuto all’88) 🙂
Potrei mai dimenticarmi di te? Ho ancora la vostra bottiglia in stanza!!! thanks per i complimenti. Ma tornerete mai?
sei un mito ahahah grazie 🙂
grazie giusi!!!:)))